E’ con sentito compiacimento che accogliamo la modifica voluta dal Ministro della Giustizia nel nuovo testo DL Sicurezza, che prevede l’introduzione di nuovi reati e l’inasprimnento di pene già esistenti. Il Guardasigilli, durante l’incontro del Consiglio dei Ministri conclusosi nalla nottata, ha richiesto (ed ottenuto) l’introduzione del reato per chi introduce in carcere un cellulare ad un detenuto: da 1 a 4 anni sia per chi lo porta che per chi lo riceve. “Un segnale importante” chiosa Roberto SANTINI, Segretario Generale del SiNAPPe “che tramuta in reato ciò che prima era considerato un illecito sanzionabile disciplinarmente solo all’interno del penitenziario”. Allo stesso modo sono state inasprite le pene per chi agevola il detenuto sottopostio a regime di 41bis nelle comunicazioni (sotto qualsiasi forma) con l’esterno; la pena precedentemente prevista da 1 a 4 anni, passa da 2 a 6 anni. Se poi il reato è commesso da un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense, la condanna aumenta e diventa da 3 a 7 anni. “Le modifiche apportate” continua il Segretario Generale “fortemente volute e sostenute anche dal Capo del DAP, dott. Bernardo PETRALIA, trovano la piena approvazione del SiNAPPe che finalmente sente tutelato il delicato ed oneroso lavoro del Poliziotto penitenziario”. L’introduzione del nuovo reato e l’inasprimento delle pene è un passo importante mosso con piede fermo, che apre varchi per importanti modifiche ai decreti sicurezza.
Utilizziamo i cookie per assicurarti di offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok
COMUNICATO – DL Sicurezza – introduzione nuovi reati ed inasprimento pene
E’ con sentito compiacimento che accogliamo la modifica voluta dal Ministro della Giustizia nel nuovo testo DL Sicurezza, che prevede l’introduzione di nuovi reati e l’inasprimnento di pene già esistenti.
Il Guardasigilli, durante l’incontro del Consiglio dei Ministri conclusosi nalla nottata, ha richiesto (ed ottenuto) l’introduzione del reato per chi introduce in carcere un cellulare ad un detenuto: da 1 a 4 anni sia per chi lo porta che per chi lo riceve.
“Un segnale importante” chiosa Roberto SANTINI, Segretario Generale del SiNAPPe “che tramuta in reato ciò che prima era considerato un illecito sanzionabile disciplinarmente solo all’interno del penitenziario”.
Allo stesso modo sono state inasprite le pene per chi agevola il detenuto sottopostio a regime di 41bis nelle comunicazioni (sotto qualsiasi forma) con l’esterno; la pena precedentemente prevista da 1 a 4 anni, passa da 2 a 6 anni. Se poi il reato è commesso da un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense, la condanna aumenta e diventa da 3 a 7 anni.
“Le modifiche apportate” continua il Segretario Generale “fortemente volute e sostenute anche dal Capo del DAP, dott. Bernardo PETRALIA, trovano la piena approvazione del SiNAPPe che finalmente sente tutelato il delicato ed oneroso lavoro del Poliziotto penitenziario”.
L’introduzione del nuovo reato e l’inasprimento delle pene è un passo importante mosso con piede fermo, che apre varchi per importanti modifiche ai decreti sicurezza.
Cerca
Categorie
Ultimi articoli inseriti
Calendario