Abbiamo partecipato con interesse alla riunione in DGMC presieduta dal sottosegretario con delega: per il senatore Ostellari l’obiettivo dell’esecuzione penale minorile deve continuare a propendere verso percorsi di giustizia riparativa e di mediazione, attraverso la responsabilizzazione, l’educazione ed il pieno sviluppo psico-fisico del minorenne, la preparazione alla vita libera, l’inclusione sociale con la prevenzione della commissione di ulteriori reati anche attraverso percorsi di istruzioni o di prima scolarizzazione, di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile.
Ma il dipartimento di giustizia minorile non si sta concentrando solo sul carcere, per Ostellari“c’è la necessità di modernizzare le strutture, ma c’è soprattutto bisogno di diversificare l’esecuzione della pena, perché riteniamo che questa debba adattarsi alla situazione dei singoli ragazzi, spesso caratterizzata da fragilità come la dipendenza da sostanze stupefacenti”
Concetti che ci sentiamo di condividere, nel solco della previsione normativa, perché l’ordinamento penitenziario minorile assegna all’Amministrazione uno specifico compito, provare ad aiutare quei 555 ristretti negli istituti penali per minori, poco meno di 300 di età compresa tra i 16 e i 17 anni ed una cinquantina tra i 14 ed i 15 anni.
Parole di buonsenso, per non gettare alle ortiche la speranza di recuperare questi ragazzi macchiati dallo stigma delinquenziale: offrire una chance per cristiana indulgenza e non per buonismo di circostanza ci è parso un discorso di politica matura, di consapevole realtà.
Se solo si riflettesse, seriamente, sul numero monstre di 14.449 minorenni e giovani adulti in carico ai Servizi della Giustizia Minorile si comprenderebbe meglio la complessità e la preoccupante deriva delinquenziale minorile nel nostro Paese: servono, allora, risposte serie che Ostellari ha perfettamente interpretato, anche verso la galassia dei “giovani adulti”, offrendo una chiave di lettura adulta lontana da stereotipi d’antan.
Faremo la nostra parte, offriremo il nostro contributo per migliorare la condizione lavorativa delle donne e degli uomini in servizio nelle articolazioni di Giustizia Minorile.
Un nostro mantra: la pena serve se rieduca, altrimenti diventa inefficace e diventa un soggiorno momentaneo in un luogo in cui il detenuto trascorre il suo tempo svogliatamente prima di rientrare nel mondo identico a com’era prima.
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Comunicato – Dopo l’incontro del 25 Giugno 2024 con il Sottosegretario Andrea Ostellari – Alcune riflessioni sul tema
Abbiamo partecipato con interesse alla riunione in DGMC presieduta dal sottosegretario con delega: per il senatore Ostellari l’obiettivo dell’esecuzione penale minorile deve continuare a propendere verso percorsi di giustizia riparativa e di mediazione, attraverso la responsabilizzazione, l’educazione ed il pieno sviluppo psico-fisico del minorenne, la preparazione alla vita libera, l’inclusione sociale con la prevenzione della commissione di ulteriori reati anche attraverso percorsi di istruzioni o di prima scolarizzazione, di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile.
Ma il dipartimento di giustizia minorile non si sta concentrando solo sul carcere, per Ostellari “c’è la necessità di modernizzare le strutture, ma c’è soprattutto bisogno di diversificare l’esecuzione della pena, perché riteniamo che questa debba adattarsi alla situazione dei singoli ragazzi, spesso caratterizzata da fragilità come la dipendenza da sostanze stupefacenti”
Concetti che ci sentiamo di condividere, nel solco della previsione normativa, perché l’ordinamento penitenziario minorile assegna all’Amministrazione uno specifico compito, provare ad aiutare quei 555 ristretti negli istituti penali per minori, poco meno di 300 di età compresa tra i 16 e i 17 anni ed una cinquantina tra i 14 ed i 15 anni.
Parole di buonsenso, per non gettare alle ortiche la speranza di recuperare questi ragazzi macchiati dallo stigma delinquenziale: offrire una chance per cristiana indulgenza e non per buonismo di circostanza ci è parso un discorso di politica matura, di consapevole realtà.
Se solo si riflettesse, seriamente, sul numero monstre di 14.449 minorenni e giovani adulti in carico ai Servizi della Giustizia Minorile si comprenderebbe meglio la complessità e la preoccupante deriva delinquenziale minorile nel nostro Paese: servono, allora, risposte serie che Ostellari ha perfettamente interpretato, anche verso la galassia dei “giovani adulti”, offrendo una chiave di lettura adulta lontana da stereotipi d’antan.
Faremo la nostra parte, offriremo il nostro contributo per migliorare la condizione lavorativa delle donne e degli uomini in servizio nelle articolazioni di Giustizia Minorile.
Un nostro mantra: la pena serve se rieduca, altrimenti diventa inefficace e diventa un soggiorno momentaneo in un luogo in cui il detenuto trascorre il suo tempo svogliatamente prima di rientrare nel mondo identico a com’era prima.
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