Egregio Provveditore,
Queste Organizzazioni Sindacali, vorrebbero richiamare la sua attenzione
sulla drammatica situazione che vive il distretto Sardegna relativamente alla cronica
carenza di personale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria che, alla data
del 01 Ottobre 2016, risulta essere di 661 unità comprese le malattie di lungo corso,
di cui 200 sottufficiali, su una pianta organica che dovrebbe essere di 1834. Situazione questa che sta gravando chiaramente in maniera esponenziale, non
solo sui carichi di lavoro dei Poliziotti, ma anche sulla stessa sicurezza del mandato
istituzionale del Corpo di Polizia Penitenziaria. A parte constatare “staticamente”
questa cronica carenza di personale, nessuna iniziativa da parte
dell’Amministrazione viene presa per almeno tentare di alleggerire il carico di
lavoro del personale, il quale, da troppe parti denuncia di essere ormai
“abbandonato a se stesso”.
In molti istituti, si è consolidata ed impiegata di routine la prassi di trattenere
per 3 ore il personale smontante, oltre il proprio turno di servizio, e di anticipare di
3 ore, il turno di quello montante, al fine di far fronte alle molteplici incombenze di
servizio. Questa situazione genera nei poliziotti notevole malcontento e frustrazione
in quanto, ribadiamo, non si tratta di eccezioni, ma ormai, di una regola fissa, che va
ad incidere inevitabilmente e negativamente sull’organizzazione della vita personale
del Poliziotto.
In alcuni istituti, al fine di fronteggiare l’emergenza della “mancanza di
personale” le direzioni hanno riorganizzato il servizio su tre quadranti, con turni di
otto ore.
La modifica in peggio, delle condizioni di lavoro, col passaggio addirittura
alle 8 ore (realtà superata dal lontano 2004), in attesa che dall’alto avvenga un
auspicato “miracolo” consistente nel vedere spuntare da “sotto terra” nuovo
personale, visto che prospettive non se ne intravedono altre, appare improponibile e
impensabile, così come la profezia dello sperato prodigio, nel contesto di una visione
sindacale pragmatica e laica.
Congiuntamente ad altre OO.SS., recentemente, si è chiesto alla S.V. un
incontro per approfondire le criticità della C.R. di Isili, ma a questo punto, le
chiediamo a gran voce un incontro per discutere anche le problematiche di tutti gli
altri Istituti del distretto Sardegna.
La situazione è drammatica, le Case di Reclusione di Oristano e Tempio che
ospitano detenuti AS 1 e AS 3, contano una carenza rispettivamente di 77 e 66 unità,
e spesso, a causa della mancanza di organico, il block-house è aperto.
Le colonie penali di Isili, Is Arenas e Mamone hanno una carenza di polizia
penitenziaria, rispettivamente di 21, 22 e 48 unità pari al 30% della pianta organica
ministeriale, e dove a breve, saranno ospitati i detenuti con un residuo pena fino ai
10 anni. Infine, gli istituti di Cagliari, Nuoro e Sassari. Il primo, su una forza organica
prevista di 445 unità, tra malattie, personale distaccato presso l’U.E.PE. ed altri
Istituti penitenziari, nonché la costante emorragia verso l’Ufficio da lei diretto,
scende a 285, e quindi 160 unità in meno!
Stessa cosa per l’Istituto di Nuoro, dove la carenza di personale si attesta a 63
unità su 191 previste. Ma chi ci preoccupa di più è l’istituto sassarese che
attualmente ospita circa 90 detenuti in regime di 41 Bis. La pianta organica prevista
dal decreto ministeriale prevedeva 415 unità di Polizia Penitenziaria, sono presenti
sole 226 unità, la carenza è pari a 189 poliziotti.
Il nuovo assetto strutturale per il servizio Traduzioni e piantonamenti, non è
stato altro che un provvedimento “tampone”, creato nel tentativo mal riuscito, di
rabberciare le storture create dalle sciagurate scelte dei precedenti dirigenti, che
altro non hanno fatto che metterlo letteralmente in ginocchio.
Non serve rammentare che in tempi non sospetti “noi lo avevamo
denunciato”, mancano tanti, troppi uomini e donne della Polizia Penitenziaria, senza
contare poi, la situazione dei mezzi.
Il personale dei nuclei traduzione e piantonamenti, sono costretti a turni e
servizi estremamente faticosi, dove, sempre più sovente, per assolvere ai compiti
istituzionali, “invii e ricoveri in urgenza presso le strutture ospedaliere, art 17 O.P.”,
“piantonamenti” ed altro, devono saltare il riposo settimanale e lavorare
consecutivamente fino a 13 giorni.
Tale scenario ci costringe ad affermare senza dubbio alcuno, che la sicurezza
è scemata a tal punto da non averne affatto.
Occorre inoltre ricordare che, questa situazione, abbinata alla tipologia di
detenuti particolari, che abbiamo acquisito nel distretto, tutti Alta Sicurezza (AS 3,
AS 1, 41 bis) trasforma le carceri da istituti penitenziari in vere polveriere pronte ad
esplodere in qualsiasi momento.
Per le motivazioni sopra esposte, la ragione ci porta a guardare la cruda
realtà e pertanto, non possiamo esimerci dal chiedere che, in attesa di sistemare
quanto denunciato, vengano temporaneamente ridimensionate le presenze dei
detenuti che giungono copiosi nel distretto, considerato che soprattutto molti di
questi non sono detenuti sardi.
Infine, il Provveditorato da Lei diretto, la scorsa settimana è stato onorato
della visita, in più giorni, da parte del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria, Presidente Santi Consolo, la cui presente è diretta per conoscenza. Avremo gradito nell’occasione un incontro anche informale, quale segno di
rispetto e di considerazione, per la veste che ricopriamo “rappresentanti sindacali
dei poliziotti”, ai quali molto si deve perché ad essi va espresso riconoscimento per
rappresentare il fulcro di tutti i processi lavorativi all’interno della stessa
Amministrazione. Nell’occasione avremo saputo offrire interessanti suggerimenti per
il miglioramento dell’organizzazione lavorativa del personale, nonché per il rilancio
delle colonie. Rinnovando la richiesta d’incontro, si chiede inoltre che la S.V.
proceda ad una calendarizzazione strutturata per affrontare in maniera organica i
reali problemi della regione Sardegna significando che, in assenza di riscontro alle
avanzate richieste, si darà certamente l’avvio ad una stagione di protesta che lascerà
in mano dei predecessori che la sostituiranno un segno indelebile. PRAP CAGLIARI – NOTA CONGIUNTA – Carenza di personale Polizia Penitenziaria regione Sardegna
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PRAP CAGLIARI – NOTA CONGIUNTA – Carenza di personale Polizia Penitenziaria regione Sardegna
Egregio Provveditore,
Queste Organizzazioni Sindacali, vorrebbero richiamare la sua attenzione
sulla drammatica situazione che vive il distretto Sardegna relativamente alla cronica
carenza di personale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria che, alla data
del 01 Ottobre 2016, risulta essere di 661 unità comprese le malattie di lungo corso,
di cui 200 sottufficiali, su una pianta organica che dovrebbe essere di 1834. Situazione questa che sta gravando chiaramente in maniera esponenziale, non
solo sui carichi di lavoro dei Poliziotti, ma anche sulla stessa sicurezza del mandato
istituzionale del Corpo di Polizia Penitenziaria. A parte constatare “staticamente”
questa cronica carenza di personale, nessuna iniziativa da parte
dell’Amministrazione viene presa per almeno tentare di alleggerire il carico di
lavoro del personale, il quale, da troppe parti denuncia di essere ormai
“abbandonato a se stesso”.
In molti istituti, si è consolidata ed impiegata di routine la prassi di trattenere
per 3 ore il personale smontante, oltre il proprio turno di servizio, e di anticipare di
3 ore, il turno di quello montante, al fine di far fronte alle molteplici incombenze di
servizio. Questa situazione genera nei poliziotti notevole malcontento e frustrazione
in quanto, ribadiamo, non si tratta di eccezioni, ma ormai, di una regola fissa, che va
ad incidere inevitabilmente e negativamente sull’organizzazione della vita personale
del Poliziotto.
In alcuni istituti, al fine di fronteggiare l’emergenza della “mancanza di
personale” le direzioni hanno riorganizzato il servizio su tre quadranti, con turni di
otto ore.
La modifica in peggio, delle condizioni di lavoro, col passaggio addirittura
alle 8 ore (realtà superata dal lontano 2004), in attesa che dall’alto avvenga un
auspicato “miracolo” consistente nel vedere spuntare da “sotto terra” nuovo
personale, visto che prospettive non se ne intravedono altre, appare improponibile e
impensabile, così come la profezia dello sperato prodigio, nel contesto di una visione
sindacale pragmatica e laica.
Congiuntamente ad altre OO.SS., recentemente, si è chiesto alla S.V. un
incontro per approfondire le criticità della C.R. di Isili, ma a questo punto, le
chiediamo a gran voce un incontro per discutere anche le problematiche di tutti gli
altri Istituti del distretto Sardegna.
La situazione è drammatica, le Case di Reclusione di Oristano e Tempio che
ospitano detenuti AS 1 e AS 3, contano una carenza rispettivamente di 77 e 66 unità,
e spesso, a causa della mancanza di organico, il block-house è aperto.
Le colonie penali di Isili, Is Arenas e Mamone hanno una carenza di polizia
penitenziaria, rispettivamente di 21, 22 e 48 unità pari al 30% della pianta organica
ministeriale, e dove a breve, saranno ospitati i detenuti con un residuo pena fino ai
10 anni. Infine, gli istituti di Cagliari, Nuoro e Sassari. Il primo, su una forza organica
prevista di 445 unità, tra malattie, personale distaccato presso l’U.E.PE. ed altri
Istituti penitenziari, nonché la costante emorragia verso l’Ufficio da lei diretto,
scende a 285, e quindi 160 unità in meno!
Stessa cosa per l’Istituto di Nuoro, dove la carenza di personale si attesta a 63
unità su 191 previste. Ma chi ci preoccupa di più è l’istituto sassarese che
attualmente ospita circa 90 detenuti in regime di 41 Bis. La pianta organica prevista
dal decreto ministeriale prevedeva 415 unità di Polizia Penitenziaria, sono presenti
sole 226 unità, la carenza è pari a 189 poliziotti.
Il nuovo assetto strutturale per il servizio Traduzioni e piantonamenti, non è
stato altro che un provvedimento “tampone”, creato nel tentativo mal riuscito, di
rabberciare le storture create dalle sciagurate scelte dei precedenti dirigenti, che
altro non hanno fatto che metterlo letteralmente in ginocchio.
Non serve rammentare che in tempi non sospetti “noi lo avevamo
denunciato”, mancano tanti, troppi uomini e donne della Polizia Penitenziaria, senza
contare poi, la situazione dei mezzi.
Il personale dei nuclei traduzione e piantonamenti, sono costretti a turni e
servizi estremamente faticosi, dove, sempre più sovente, per assolvere ai compiti
istituzionali, “invii e ricoveri in urgenza presso le strutture ospedaliere, art 17 O.P.”,
“piantonamenti” ed altro, devono saltare il riposo settimanale e lavorare
consecutivamente fino a 13 giorni.
Tale scenario ci costringe ad affermare senza dubbio alcuno, che la sicurezza
è scemata a tal punto da non averne affatto.
Occorre inoltre ricordare che, questa situazione, abbinata alla tipologia di
detenuti particolari, che abbiamo acquisito nel distretto, tutti Alta Sicurezza (AS 3,
AS 1, 41 bis) trasforma le carceri da istituti penitenziari in vere polveriere pronte ad
esplodere in qualsiasi momento.
Per le motivazioni sopra esposte, la ragione ci porta a guardare la cruda
realtà e pertanto, non possiamo esimerci dal chiedere che, in attesa di sistemare
quanto denunciato, vengano temporaneamente ridimensionate le presenze dei
detenuti che giungono copiosi nel distretto, considerato che soprattutto molti di
questi non sono detenuti sardi.
Infine, il Provveditorato da Lei diretto, la scorsa settimana è stato onorato
della visita, in più giorni, da parte del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria, Presidente Santi Consolo, la cui presente è diretta per conoscenza. Avremo gradito nell’occasione un incontro anche informale, quale segno di
rispetto e di considerazione, per la veste che ricopriamo “rappresentanti sindacali
dei poliziotti”, ai quali molto si deve perché ad essi va espresso riconoscimento per
rappresentare il fulcro di tutti i processi lavorativi all’interno della stessa
Amministrazione. Nell’occasione avremo saputo offrire interessanti suggerimenti per
il miglioramento dell’organizzazione lavorativa del personale, nonché per il rilancio
delle colonie. Rinnovando la richiesta d’incontro, si chiede inoltre che la S.V.
proceda ad una calendarizzazione strutturata per affrontare in maniera organica i
reali problemi della regione Sardegna significando che, in assenza di riscontro alle
avanzate richieste, si darà certamente l’avvio ad una stagione di protesta che lascerà
in mano dei predecessori che la sostituiranno un segno indelebile.
PRAP CAGLIARI – NOTA CONGIUNTA – Carenza di personale Polizia Penitenziaria regione Sardegna
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