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Articolo 36 comma 2 DPR 164/2002 Esiti dell’incontro al DAP

Marzo 24, 2016 Sinappe 0 Comments

Annoverabile nella lista degli incontri “senza esito”, anche l’incontro di ieri si è tradotto in un nulla di fatto. La materia in discussione era quella delle prerogative sindacali discendenti dall’articolo 36 comma 2 del Contratto Collettivo e di come esse incidano nel sistema di mobilità del personale. Va specificato in premessa che l’informativa preventiva che ha accompagnato la convocazione ha da subito dimostrato per proprie imprecisioni e le proprie lacune, ponendosi come una “scheggia impazzita” che si proponeva di dare compiuta disciplina ad una parte del tutto, senza a questo ricondurlo. Nell’ottica dell’Amministrazione avremmo dovuto assistere dunque alla proliferazione di atti, sotto forma di PCD, senza che questi trovassero coniugazione con atti precedenti e tuttora vigenti che disciplinano altre parti della medesima materia (mobilità ordinaria, mobilità ordinaria dei dirigenti, trasferimenti per legge 104/92). L’approccio è stato fermamente respinto da questa Organizzazione Sindacale che si è detta invece possibilista per un esame globale dell’universo “mobilità” attraverso la stesura di un Testo Unico che disciplini in maniera organica e completa la frastagliata materia. Una possibilità, questa, che però non può non inserirsi in un più complesso calendario (con un occhio attento alle priorità) che si riproponga di affrontare temi di rilievo, dal FESI all’AQN, agli Organici EXTRA MOENIA, anche perché, a conti fatti, la materia di cui all’incontro di ieri, nel macromondo della mobilità incide per una percentuale che non raggiunge nemmeno lo 0,1 %. Nell’ultimo triennio sono stati infatti assunti provvedimenti di trasferimento per 45 unità a fronte delle 38000 unità del Corpo di Polizia Penitenziaria. Non condivisibili le posizioni dei sedicenti “puristi sindacali” che hanno cavalcato l’onda della disinformazione, forse dimentichi della valenza del concetto madre di “prerogativa sindacale”, non perdendo però l’occasione di chiedere consensi per sostenere le proprie battaglie.

Ma come spesso accade, “guardando alle briciole si perde di vista la pagnotta”
e allora ci si appella all’etica e alla morale per sparare a zero sui trasferimenti,
senza lesinare attività di perorazione di cause di mobilità temporanea (per
percentuali molto, molto, più alte) che comunque si sussumono all’interno
della stessa materia.
La piega del simposio filosofico che alcuni hanno cercato di dare all’incontro
ha dovuto poi presto cedere il passo alla pragmaticità del Presidente del
tavolo che ha di fatto accolto le eccezioni del Si.N.A.P.Pe concordando con
l’inefficienza di un piano di azione “spot” che si discosti dall’unicum.
La materia, se deve essere trattata, deve essere trattata nella sua interezza,
senza strumentalizzazioni e senza compressioni di diritti e prerogative.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi

articolo 36 comma 2

 

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