Egr. Direttore Generale,
Con nota n. 0093527 del 16 marzo, questa Segreteria Generale ha appreso dell’emanazione di un interpello per l’individuazione di n. 16 unità di polizia penitenziaria, appartenente ai ruoli Ispettori, Sovrintendenti e agenti/assistenti, da impiegare presso il Nucleo Investigativo Centrale.
Già dall’incipit emerge la riserva (per la totalità dei posti disponibili) a favore del personale impiegato presso il Dipartimento; una riserva non espressa, ma desumibile dai destinatari della comunicazione. L’interpello pare rivolgersi, infatti, unicamente al personale “in servizio” (senza che si possa intendere se colà effettivi o in servizio di distacco) presso il DAP e i relativi uffici e servizi.
Nelle righe che seguono si legge che le disposizioni si radicano nelle previsioni del DM 28 luglio 2017 che a sua volta demanda – per l’individuazione del personale – al DM 23 novembre 2016. Proprio quest’ultimo atto parla in maniera espressa di “interpello” che – senza paura di smentita – non può ritenersi soddisfatto attraverso l’attivazione di una procedura circoscritta ad un numero limitato di aspiranti, dovendosi piuttosto rivolgere all’intero panorama penitenziario sia del settore adulti, che del settore minorile.
La determinazione assunta (e non preventivamente partecipata) si pone quale forzatura del precetto normativo nella stessa richiamato e mortifica la maggioranza degli appartenenti al Corpo ai quali vengono – in questo modo – inibite legittime ambizioni e aspettative professionali.
Per quanto sopra, nel richiedere immediati chiarimenti, si sollecita l’apertura delle procedure a tutto il personale del Corpo (a prescindere dalla sede di servizio) che si trovi nelle condizioni di partecipazione volute dal Decreto e comunque la sospensione dei termini dell’attuale procedura fino a chiarimento dell’intera vicenda.

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