è stato più e più volte rappresentata la problematica del pendolarismo della popolazione detenuta verso i luoghi esterni di cura, per visite definite “urgenti”. Anche per le vie brevi questa O.S. ha rappresentato le falle del sistema di accertamento dello stato di salute del detenuto attraverso i sistemi di telediagnostica, che si sono rivelati di dubbia efficienza. L’allarme di chi scrive non nasce unicamente dall’estremo carico di lavoro sul sofferente NTP, ma anche in relazione ai rischi che comporta il trend che si è registrato. Allarme ancor più alimentato da quanto accaduto nei giorni scorsi, quando lo zelo di una componente della scorta ha fatto si che si evitassero i contatti tra un ergastolano tradotto in ospedale per estrema urgenza e i famigliari, inspiegabilmente colà presenti. Certo v’è da interrogarsi su come i famigliari del detenuto fossero a conoscenza della movimentazione, avvenuta appunto per urgenza e non per spostamento programmato, a meno che non si voglia banalmente parlare di coincidenze. Per quanto sopra, nel sollecitare nuovamente la soluzione dell’annoso problema delle traduzioni urgenti per motivi di salute, si voglia far comprendere quali misure sono state assunte per evitare il ripetersi di quanto accaduto, a salvaguardia del personale di polizia penitenziaria di scorta.
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N.T.P. CASA CIRCONDARIALE DI LECCE – Visite ospedaliere per urgenze
Egregio Provveditore,
è stato più e più volte rappresentata la problematica del pendolarismo della popolazione detenuta verso i luoghi esterni di cura, per visite definite “urgenti”. Anche per le vie brevi questa O.S. ha rappresentato le falle del sistema di accertamento dello stato di salute del detenuto attraverso i sistemi di telediagnostica, che si sono rivelati di dubbia efficienza. L’allarme di chi scrive non nasce unicamente dall’estremo carico di lavoro sul sofferente NTP, ma anche in relazione ai rischi che comporta il trend che si è registrato. Allarme ancor più alimentato da quanto accaduto nei giorni scorsi, quando lo zelo di una componente della scorta ha fatto si che si evitassero i contatti tra un ergastolano tradotto in ospedale per estrema urgenza e i famigliari, inspiegabilmente colà presenti. Certo v’è da interrogarsi su come i famigliari del detenuto fossero a conoscenza della movimentazione, avvenuta appunto per urgenza e non per spostamento programmato, a meno che non si voglia banalmente parlare di coincidenze. Per quanto sopra, nel sollecitare nuovamente la soluzione dell’annoso problema delle traduzioni urgenti per motivi di salute, si voglia far comprendere quali misure sono state assunte per evitare il ripetersi di quanto accaduto, a salvaguardia del personale di polizia penitenziaria di scorta.
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